«Si intende per Intelligenza artificiale quella disciplina che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che permettono di concepire, progettare, realizzare, sperimentare ed utilizzare sistemi artificiali (hardware e software) sia con l’obiettivo di ottenere prestazioni ritenute caratteristiche dell’intelligenza (umana) sia con l’obiettivo di fornire modelli computazionali di processi cognitivi» (Associazione Italiana di Intelligenza Artificiale, Statuto, Art. 2)
J. McCarthy nel 1955 ha usato il termine IA per riferirsi a un campo autonomo di ricerca. Oggi è un ambito di ricerca interdisciplinare che interessa disciplne quali l’informatica, la psicologia, la linguistica, la filosofia, le scienze cognitive e dell’apprendimento, la statistica.
Il suo sviluppo ha permesso di realizzare
macchine che apprendono (machine learning)
enormi basi di dati (big data)
reti neurali a simulazione della struttura del cervello umano (neural networks)
robot dotati di sensori (robotics)
traduzione automatica (linguistics)… ecc.
attraverso ampie basi dati, algoritmi, percorsi inferenziali dotati di logiche sfumate.
La Commissione europea nel 2018 ha fornito la seguente definizione poi ripresa nel Libro bianco sull'IA: «Intelligenza artificiale (IA) indica sistemi che mostrano un comportamento intelligente analizzando il proprio ambiente e compiendo azioni, con un certo grado di autonomia, per raggiungere specifici obiettivi. I sistemi basati sull'IA possono consistere solo in software che agiscono nel mondo virtuale (ad esempio assistenti vocali, software per l'analisi delle immagini, motori di ricerca, sistemi di riconoscimento vocale e facciale), oppure incorporare l'IA in dispositivi hardware (per esempio in robot avanzati, auto a guida autonoma, droni o applicazioni dell'Internet delle cose)» (Libro bianco sull'IA, 2020).
I veri rischi e le grandi opportunità dell'IA (intervista a Luciano Floridi)